“Facile è, a scorgersi, l’errore altrui. È difficile, invece, scorgere il proprio.”
(Buddha)
Il cacciatore di ipocrisie, eterno e valente baluardo di immobilismo coerente, ci dà una lezione su come ci si dovrebbe comportare, cioè su come si dovrebbe stare fermi e non prendere mai una posizione su niente; almeno nessuno, secondo lui, ce lo rinfaccerà in futuro:
«Tu, che prendi una posizione, sappi che ho preparato una scala per misurare quanto sei coerente con la tua scelta. Se alla fine scoprirò che non lo sei, verrai processato dalla mia pancia. Quella sì, caro amico, non fallisce mai.
Tu, che hai preso una posizione, sappi che col mio metro spulcerò e segnerò sul taccuino tutto quello che hai detto, armato di “l’avevo detto io” e di “vergogna.” Poi, appena cadrai in errore, rispunterò fuori, immobile sul mio scranno, e ti giudicherò dall’alto del mio apatico candore.
Tu, che hai espresso un parere, dovrai guardarti bene dalla mia lente e dal mio giudizio immacolato. Non sai in che ginepraio ti sei infilato. Vado in giro sul mio seggio, il giorno dopo il cambiamento, a cercar la colpa per il mondo.
Di qualcuno è certamente, ma mia no, assolutamente. Della libera opinione, io sono l’inquisitore!
E non macchiarti di oltraggio, stimato amico, ribattendo e domandando di chiarir la mia posizione. Di lesa maestà ti macchieresti!
Ma soprattutto sappi, gentile amico, che già di uno spregevole reato ti sei macchiato, e per questo sarai comunque condannato: hai preso una posizione.»
Alcune verità sono scomode, altre solo indolenti. Meglio le prime o le seconde?
Langravio
Francesco Valdambrini (nel caso qualcuno avesse da ridire)
#voleodire
N.A.: il pezzo, come consueto, ha un tono satirico e umoristico, e non ci sono riferimenti a fatti o persone reali. Solo una sana e pacifica volontà di prendersi meno sul serio. Questo è un articolo di qualche mese fa.